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I cambiamenti tecnologici e sociali trasformano il volto umano. Da luogo unico e irripetibile sulla cui diversità si fonda il riconoscimento reciproco, il volto comincia a tendere verso un’uniformità priva di tempo e di passione. Le facce si moltiplicano e si modificano nei nostri avatar, negli androidi, nella chirurgia estetica, nelle tante versioni ritoccate sia fisiche che digitali. Nel frattempo l’intelligenza artificiale sviluppa tecniche sempre più raffinate per il riconoscimento facciale e le piattaforme digitali traggono letteralmente profitto dalle nostre facce e dalle loro riproduzioni. Il volto reale, il volto digitale, il volto robotico e il volto intenzionalmente trasformato sono tutti profondamente influenzati dalla pulsione a cancellare l’idea del tempo e a eliminare il ricordo della morte. Ma il rischio è rinunciare proprio a ciò che, in fondo, la vita è: lo scorrere del tempo vissuto coscientemente.